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Curiosità da vedere a Firenze: 12 luoghi insoliti da scoprire

Firenze nasconde tesori insoliti e luoghi segreti: scoprite dettagli misteriosi, sculture nascoste e musei straordinari lontani dai percorsi turistici tradizionali.
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Firenze nasconde tra le sue strade un tesoro di dettagli curiosi, leggende e luoghi insoliti che sfuggono anche ai visitatori più attenti. Oltre ai capolavori rinascimentali che hanno reso celebre la città in tutto il mondo, il capoluogo toscano custodisce storie segrete scolpite nella pietra, sculture con significati nascosti e tradizioni che si tramandano da secoli.

Passeggiare per il centro storico con occhi curiosi significa scoprire autoritratti celati dietro elmi di eroi mitologici, teste di animali che raccontano storie di vendetta, pietre che hanno punito i debitori del Rinascimento e statue che sfidano la matematica. Ogni angolo svela particolari che solo la conoscenza diretta della città permette di apprezzare pienamente.

Dai passaggi segreti che attraversano Firenze sospesi sopra l’Arno alle collezioni di cere anatomiche che hanno fatto la storia della medicina, dalle opere di street art che trasformano i cartelli stradali in arte urbana ai musei scientifici tra i più antichi d’Europa, Firenze insolita offre esperienze che vanno ben oltre i classici itinerari turistici.

Vi guideremo alla scoperta di questi tesori nascosti, svelando curiosità che renderanno la vostra visita a Firenze ancora più memorabile. Preparatevi a vedere la città con occhi diversi, tra storia, arte, leggende e aneddoti poco conosciuti che dimostrano come Firenze sia davvero un museo a cielo aperto, dove ogni pietra ha una storia da raccontare.

Il Corridoio Vasariano

1Lungarno degli Archibusieri, 50122 Firenze FI, Italy

Il Corridoio Vasariano rappresenta una delle realizzazioni architettoniche più straordinarie del Rinascimento italiano. Questo passaggio sopraelevato lungo circa 750 metri fu commissionato da Cosimo I de’ Medici nel 1565 e progettato dall’architetto Giorgio Vasari, che riuscì a completarlo in appena cinque mesi per le nozze del figlio Francesco con Giovanna d’Austria.

Il corridoio collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando attraverso la Galleria degli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio, permettendo alla famiglia Medici di spostarsi in totale sicurezza e privacy tra la residenza ufficiale e quella privata. Durante il percorso, il passaggio attraversa edifici privati, costeggia l’Arno e persino si affaccia all’interno della Chiesa di Santa Felicita, dove i Medici potevano assistere alle funzioni religiose senza essere visti.

Dopo otto anni di chiusura per lavori di messa in sicurezza, il Corridoio Vasariano ha riaperto al pubblico il 21 dicembre 2024. Il restauro ha reso il percorso completamente accessibile anche alle persone con disabilità, grazie a un sistema integrato di rampe, pedane e ascensori. Oggi il corridoio si presenta nella sua “nudità” originaria, riportato esattamente come appariva nel Cinquecento, offrendo scorci panoramici unici sulla città.

La visita richiede l’acquisto di un biglietto combinato con la Galleria degli Uffizi.

L'autoritratto segreto di Benvenuto Cellini

2P.za della Signoria, 2r, 50122 Firenze FI, Italy

Sotto la Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria, tra le numerose statue che adornano questo spazio pubblico, spicca il celebre Perseo di Benvenuto Cellini. La scultura in bronzo raffigura l’eroe greco che ha appena decapitato la Medusa, ma nasconde un dettaglio che pochissimi visitatori notano: l’autoritratto segreto del suo creatore.

Benvenuto Cellini, uno degli artisti più brillanti ed egocentrici del Rinascimento, non poteva resistere alla tentazione di lasciare la propria firma personale in quest’opera monumentale. Se osservate attentamente la statua da dietro, tra la nuca dell’eroe e l’elmetto, scorgerete il volto di un uomo con la barba: è proprio il ritratto di Cellini stesso, nascosto in un punto dove solo gli occhi più attenti possono individuarlo.

Questo dettaglio dimostra non solo l’abilità tecnica straordinaria dello scultore, ma anche la sua personalità forte e il desiderio di immortalarsi insieme alla sua opera. La scultura fu completata nel 1554 dopo quasi dieci anni di lavoro, e la scelta di inserire il proprio volto nell’elmetto dell’eroe rappresenta un gesto di orgoglio artistico tipico del Rinascimento.

Quando visitate Piazza della Signoria, prendetevi qualche minuto per girare intorno al Perseo e cercare questo voluminoso segreto. È uno di quei particolari che, una volta scoperti, cambiano completamente la percezione dell’opera e dimostrano come Firenze sia piena di dettagli che solo l’osservazione attenta può rivelare.

La Pietra dello Scandalo

3Piazza del Mercato Nuovo, 5 R, 50123 Firenze FI, Italy

All’interno della Loggia del Mercato Nuovo, tra le bancarelle che vendono prodotti in pelle tipici di Firenze, si trova un particolare disco in marmo bianco e nero: la cosiddetta Pietra dello Scandalo o “Pietra dell’Acculata”. Questo luogo apparentemente innocuo nasconde una storia legata alla giustizia pubblica del Rinascimento.

Durante il XVI secolo, i debitori insolventi che non riuscivano a saldare i propri conti venivano condotti in questo punto per una punizione pubblica tanto umiliante quanto dolorosa. I malcapitati venivano incatenati, gli venivano abbassate le braghe e venivano fatti battere ripetutamente col sedere sulla pietra di marmo, mentre la folla assisteva alla scena.

Il termine “acculata” deriva proprio da questa pratica, e lo scandalo pubblico che ne derivava serviva sia come punizione fisica che come deterrente sociale. La pietra circolare è ancora perfettamente visibile al centro della loggia, consumata da secoli di calpestio ma testimone silenziosa di un’epoca in cui la giustizia era spettacolare e pubblica.

Questa curiosità rivela un aspetto meno noto della Firenze rinascimentale, dove il potere e la giustizia si manifestavano attraverso rituali pubblici. Oggi la Pietra dello Scandalo è un luogo di passaggio per i turisti che si recano alla vicina Fontana del Porcellino, ignari del suo significato storico. Quando passate per il Mercato Nuovo, cercate questo disco di marmo e riflettete su come la città abbia conservato memoria delle sue tradizioni attraverso questi dettagli urbani.

La Madonna del Puzzo

4Borgo San Iacopo, 17, 50125 Firenze FI, Italy

Nell’Oltrarno, sulla facciata della Torre dei Marsili in via Toscanella, si trova una delle sculture più ironiche e contemporanee di Firenze: la cosiddetta Madonna del Puzzo. Si tratta di un busto in terracotta che raffigura una donna che si tappa il naso con la mano, mentre gli occhi sono rivolti al cielo e un topolino corre lungo il suo braccio.

Questa opera fu creata dall’artista Mario Mariotti nel 1984 come forma di protesta sociale. All’epoca, via Toscanella era caratterizzata da un odore sgradevole proveniente dai cassonetti dell’immondizia e, peggio ancora, la strada veniva spesso utilizzata come bagno pubblico all’aperto. L’artista decise di denunciare questa situazione attraverso l’arte, immortalando in terracotta il gesto universale di chi si tura il naso di fronte a un cattivo odore.

Il nome “Madonna del Puzzo” fu coniato dai fiorentini stessi, che apprezzarono l’ironia dell’opera e la capacità di trasformare un disagio quotidiano in un’opera d’arte urbana. La scultura divenne rapidamente un simbolo del quartiere e della simpatia tipicamente toscana, capace di affrontare anche le situazioni più sgradevoli con ironia e creatività.

Oggi la situazione igienica della zona è notevolmente migliorata, ma la Madonna del Puzzo è rimasta al suo posto come testimonianza di un’epoca e come esempio di come l’arte contemporanea possa dialogare con la città e i suoi problemi. Quando esplorate l’Oltrarno, cercate questa curiosa scultura: rappresenta perfettamente lo spirito ironico e diretto dei fiorentini.

Il Porcellino portafortuna

5Piazza del Mercato Nuovo, 50123 Firenze FI, Italy

All’esterno della Loggia del Mercato Nuovo si trova una delle sculture più amate e toccate di Firenze: la Fontana del Porcellino. Nonostante il nome, l’animale rappresentato è in realtà un cinghiale di bronzo, e il suo muso lucido testimonia secoli di mani che lo hanno strofinato nella speranza di ottenere buona fortuna.

La tradizione legata al Porcellino è ben precisa: dovete strofinare il naso dell’animale, posizionare una moneta nella sua bocca e lasciarla cadere. Se la moneta riesce a passare attraverso la grata sottostante la fontana, il vostro desiderio si avvererà e avrete la certezza di tornare a Firenze. L’originale in marmo, realizzato da Pietro Tacca nel XVII secolo, è custodito agli Uffizi, mentre questa è una copia che però ha acquisito un valore affettivo e scaramantico per fiorentini e visitatori.

La scultura fu ispirata da un cinghiale antico conservato nella collezione medicea, e rappresenta un esempio perfetto di come le tradizioni popolari si sovrappongano all’arte classica. Il Mercato Nuovo stesso è un luogo storico, costruito nel XVI secolo per il commercio di tessuti pregiati, e la presenza del Porcellino aggiunge un tocco di folklore a questo angolo rinascimentale.

Ogni giorno centinaia di visitatori partecipano a questo rito scaramantico, creando una delle scene più fotografate di Firenze. L’area intorno alla bocca del cinghiale è particolarmente consumata, segno di quante monete sono state inserite nel corso dei decenni. Quando visitate il Mercato Nuovo, unitevi a questa tradizione: è un modo per connettervi con secoli di visitatori che vi hanno preceduto.

La testa di toro del Duomo

6Piazza del Duomo, 50122 Firenze FI, Italy

Tra le innumerevoli decorazioni che adornano il Duomo di Firenze, una in particolare nasconde una storia piccante e poco nota: la testa di toro scolpita su un doccione nella parte laterale della cattedrale. Per individuarla, dovete posizionarvi dal lato della biglietteria e cercare tra le decorazioni gotiche: troverete questa testa bovina che sembra fuori contesto rispetto agli altri elementi decorativi.

Secondo la leggenda più diffusa, questa scultura fu opera di un capomastro che lavorava alla costruzione del Duomo nel XIV secolo e che aveva una relazione clandestina con la moglie di un fornaio che abitava proprio di fronte. Quando la donna fu scoperta e allontanata dal marito, il capomastro decise di vendicarsi scolpendo una testa di toro – simbolo universale del tradimento – rivolta proprio verso la casa del fornaio cornuto.

Una versione alternativa, più aulica ma meno divertente, sostiene che la testa di toro fosse un omaggio agli animali da traino che trasportavano i pesanti materiali necessari per la costruzione della cattedrale. Tuttavia, i fiorentini hanno sempre preferito la prima versione, più in linea con il loro carattere ironico e con la tendenza a immortalare vicende umane anche nei luoghi sacri.

Questa curiosità dimostra come anche un monumento maestoso come Santa Maria del Fiore possa nascondere storie umane e piccanti. La ricerca della testa di toro è diventata una vera e propria caccia al tesoro per i visitatori più attenti, e trovarla significa aver scoperto uno dei segreti più divertenti di Firenze. Portatevi una buona macchina fotografica con zoom, perché la scultura si trova abbastanza in alto.

Le api impossibili di Ferdinando I

7Piazza della Santissima Annunziata, Firenze FI, Italy

In Piazza Santissima Annunziata, una delle piazze rinascimentali più armoniose d’Italia, si erge la statua equestre di Ferdinando I de’ Medici realizzata da Giambologna. Ma la vera curiosità non sta nella maestosa figura del granduca, bensì in un dettaglio nascosto sul retro del basamento: uno sciame di api disposte in cerchi concentrici perfetti intorno a un’ape regina.

Queste api rappresentano il simbolo del Granducato di Toscana e del suo popolo laborioso e fedele al sovrano. Ma ciò che rende questo dettaglio veramente speciale è la sfida matematica che nasconde: provate a contare le api senza toccarle con le dita. La leggenda narra che, a causa della disposizione geometrica perfetta e dei cerchi concentrici che creano un effetto ottico, è praticamente impossibile tenere il conto esatto.

Secondo la tradizione popolare, chi riesce nell’impresa di contare tutte le api senza perdere il conto sarà baciato dalla fortuna. Nel corso dei secoli, innumerevoli fiorentini e visitatori hanno tentato questa impresa, ma la particolare disposizione delle figure rende l’operazione estremamente difficile. Alcuni sostengono che le api siano 91, altri parlano di numeri diversi, alimentando il mistero.

La statua fu commissionata dal granduca stesso e completata dopo la sua morte nel 1608. La scelta di rappresentare le api sul piedistallo non fu casuale: questi insetti rappresentavano l’operosità, l’organizzazione sociale perfetta e la fedeltà al sovrano, tutti valori che i Medici volevano associare al loro governo. Quando visitate Piazza Santissima Annunziata, girate intorno alla statua e accettate la sfida: riuscirete a contare tutte le api?

Il profilo nascosto di Dante

8Piazza S. Martino, 4-1, 50122 Firenze FI, Italy

Nel cuore del quartiere dantesco, a due passi dalla presunta casa natale del sommo poeta, si nasconde uno dei dettagli più affascinanti e meno noti di Firenze: il profilo di Dante Alighieri scolpito sul pavimento di una piccola piazzetta. Questo particolare si trova in prossimità della Chiesa di Santa Margherita, dove secondo la tradizione Dante incontrò per la prima volta Beatrice all’età di nove anni.

Per individuare il profilo occorre pazienza e un occhio attento: si tratta di un disegno tracciato nella pietra del selciato che riproduce il volto inconfondibile di Dante con il suo caratteristico naso aquilino e il copricapo medievale. La leggenda vuole che questo ritratto fosse stato realizzato dallo stesso Dante, che passava le sue giornate seduto sul Sasso di Dante osservando i lavori di costruzione del Duomo e incidendo con una pietra il proprio profilo sul pavimento.

In realtà, il profilo è probabilmente un’opera più recente, ma la sua presenza ha alimentato storie e leggende che si sono tramandate nei secoli. Per rendere più visibile il disegno, molti visitatori versano dell’acqua sulla pietra: l’umidità fa risaltare le scanalature e permette di fotografare meglio il profilo. Questa pratica è diventata così comune che è quasi un rituale per chi cerca il ritratto nascosto.

La zona intorno alla chiesa di Santa Margherita è ricca di riferimenti danteschi: qui si trova anche la tomba di Beatrice Portinari, la donna che ispirò l’amore più celebre della letteratura italiana, e numerose targhe e iscrizioni ricordano i luoghi frequentati dal poeta prima dell’esilio. Quando esplorate il centro medievale di Firenze, dedicate tempo a questa caccia al tesoro dantesca: è un modo per connettersi con la memoria del grande poeta e con i fiorentini che da secoli tramandano queste storie.

Il Museo La Specola e le cere anatomiche

9Via Romana, 17, 50125 Firenze FI, Italy

La Specola, situata in via Romana nell’Oltrarno, è uno dei musei più insoliti e affascinanti d’Europa. Inaugurato nel 1775 dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena, fu il primo museo scientifico aperto al pubblico e rappresenta ancora oggi un’esperienza unica che combina zoologia, anatomia e storia della scienza in un unico straordinario edificio.

Il museo deve il suo nome all’osservatorio astronomico (la “specola”, appunto) installato nel torrino del palazzo. Le collezioni zoologiche comprendono oltre tre milioni e mezzo di esemplari, di cui circa 5.000 visibili al pubblico. Tra i pezzi più curiosi spicca l’ippopotamo che visse nel Giardino di Boboli nel XVIII secolo, animali estinti come il tilacino della Tasmania, e migliaia di specie impagliature con tecniche antiche e moderne.

Ma la vera attrazione che rende La Specola un museo unico al mondo è la collezione di cere anatomiche, la più vasta e antica esistente. Realizzate tra il 1771 e la metà dell’Ottocento nell’officina ceroplastica del museo, queste sculture in cera rappresentano un capolavoro di arte e scienza. I modelli anatomici, straordinariamente realistici e inquietanti allo stesso tempo, furono creati per insegnare l’anatomia senza dover ricorrere continuamente alla dissezione di cadaveri.

Particolarmente impressionanti sono le figure intere, tra cui lo “Spellato” – un corpo disteso con muscoli e vasi sanguigni visibili fino ai capillari più minuti – e le celebri “Veneri anatomiche”, figure femminili in pose romantiche i cui corpi si aprono a strati per rivelare gli organi interni. La collezione include anche le opere del ceroplasta siciliano Gaetano Giulio Zumbo, commissionate da Cosimo III de’ Medici tra il 1691 e il 1694, che rappresentano scene macabre sulla peste con un realismo scioccante.

I cartelli stradali di Clet Abraham

10Via dell'Olmo, 8r, 50125 Firenze FI, Italy

Passeggiando per le strade di Firenze, soprattutto nella zona di San Niccolò e dell’Oltrarno, potreste imbattervi in alcuni cartelli stradali decisamente insoliti: un divieto d’accesso trasformato in una Crocifissione, un obbligo di svolta che diventa il naso di Pinocchio, o una strada dissestata che si tramuta in una linguaccia irriverente. Queste opere di street art urbana sono la firma di Clet Abraham, artista francese che vive e lavora a Firenze dal 2005.

Clet è riuscito nell’impresa di trasformare l’arida segnaletica stradale in arte contemporanea attraverso l’applicazione di adesivi removibili sui cartelli, mantenendo sempre ben visibile il segnale originale e il suo significato. Le sue opere sono diventate così iconiche che molti fiorentini si sono affezionati a questi cartelli modificati, mentre le autorità comunali oscillano tra tolleranza e rimozione.

La tecnica di Clet è semplice ma efficace: utilizza adesivi sagomati che si integrano perfettamente con la forma dei cartelli stradali esistenti, creando nuove figure e significati. Un cerchio rosso del divieto diventa l’aureola di un santo, le frecce direzionali si trasformano in personaggi dei cartoni animati, e i triangoli di pericolo diventano tetti di case o cappelli di personaggi storici.

Lo studio-atelier di Clet si trova in via dell’Olmo 8, nel quartiere di San Niccolò, ed è aperto al pubblico gratuitamente. Qui potete incontrare l’artista stesso, vedere i cartelli originali che le autorità hanno rimosso dalle strade, e scoprire anche le sue altre opere che includono dipinti e sculture. La visita rappresenta un’occasione unica per capire come l’arte contemporanea possa dialogare con lo spazio urbano e trasformare elementi quotidiani in opere creative.

La Berta del campanile

11Via de' Cerretani, 39, 50123 Firenze FI, Italy

Sul campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore, uno dei più antichi di Firenze, si trova un dettaglio curioso che ha alimentato leggende per secoli: un busto femminile in pietra incastonato tra le mura della torre. Questo volto di donna, chiamato affettuosamente dai fiorentini “la Berta”, emerge inspiegabilmente dalla costruzione medievale, e nessuno sa con certezza come e perché sia finito lassù.

Si tratta di una scultura tardoromana che rappresenta una figura femminile, probabilmente risalente al II o III secolo dopo Cristo. Ma ciò che ha catturato l’immaginazione popolare non è tanto l’origine antica del reperto, quanto il mistero della sua collocazione in una posizione così insolita. Come è finita una scultura romana sul campanile di una chiesa medievale? Questa domanda ha dato origine a numerose leggende.

La storia più romantica racconta che una povera erbivendola del quartiere risparmiò per anni i suoi guadagni fino a quando non riuscì a raccogliere la somma necessaria per donare una campana alla chiesa. I concittadini, commossi da questo gesto di generosità, decisero di ringraziarla immortalandola nella pietra sul campanile. Una versione più oscura della leggenda narra invece che la Berta fosse una strega condannata al rogo, e che l’ira di un condannato per stregoneria la trasformò in pietra durante il tragitto verso il patibolo.

In realtà, è probabile che il busto romano fosse semplicemente un materiale di recupero utilizzato durante la costruzione o il restauro del campanile, pratica comune nel Medioevo quando le rovine romane venivano saccheggiate per ottenere materiali da costruzione. Ma i fiorentini hanno sempre preferito le versioni leggendarie, più in linea con il carattere narrativo della città. Quando passate per via dei Cerretani o Piazza Santa Maria Maggiore, alzate lo sguardo e cercate il volto misterioso della Berta tra le pietre del campanile.

Il Sasso di Dante

12Piazza delle Pallottole, 50122 Firenze FI, Italy

All’angolo tra via dello Studio e via del Proconsolo, proprio di fronte al Duomo di Firenze, si trova un grande masso di pietra noto come il Sasso di Dante. Secondo la tradizione, questo era il luogo preferito del sommo poeta, che passava ore seduto su questa pietra osservando i lavori di costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore, allora ancora in fase di realizzazione.

La leggenda più famosa legata a questo luogo racconta un aneddoto che dimostra la memoria prodigiosa di Dante. Un giorno, mentre il poeta era seduto sul suo masso, un passante gli chiese: “Cosa ti piace mangiare?”. Dante rispose semplicemente: “L’ovo sodo”. Passarono anni, e casualmente lo stesso uomo incontrò di nuovo Dante seduto nello stesso posto. Senza alcun preambolo, l’uomo gli chiese a bruciapelo: “Con cosa?”. E Dante, senza esitazione, rispose: “Con il sale!”, dimostrando di ricordare perfettamente una conversazione avvenuta anni prima.

Questo aneddoto, vero o inventato che sia, è diventato parte integrante del folklore dantesco fiorentino e viene regolarmente raccontato dalle guide turistiche che passano davanti al sasso. Il poeta aveva l’abitudine di sedersi qui per riflettere, osservare la città in trasformazione e trarre ispirazione per la sua opera. Il cantiere del Duomo nel XIV secolo era un luogo di fervente attività, e Dante poteva assistere quotidianamente al progresso di quella che sarebbe diventata una delle cattedrali più maestose del mondo.

Il Sasso di Dante è diventato oggi meta di pellegrinaggio per gli appassionati del poeta e per le guide turistiche che vi portano i loro gruppi per raccontare gli aneddoti legati alla vita di Dante a Firenze. La pietra è ancora lì, testimone silenzioso di sette secoli di storia cittadina, e sedersi su di essa significa connettersi simbolicamente con uno dei più grandi geni della letteratura mondiale. Quando visitate la zona del Duomo, prendetevi un momento per individuare questo masso e immaginare Dante seduto qui, mentre osservava crescere la cupola del Brunelleschi che avrebbe cambiato per sempre lo skyline di Firenze.

Mappa

Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.