La Certosa di Calci, fondata nel 1366, sorge a circa 10 chilometri da Pisa, ed è situata in una valle di grande valenza paesaggistica, detta “Valle Graziosa“.
La Certosa, soppressa a causa delle legge napoleoniche (1808), passò al demanio dello Stato, ma nonostante questo continuò ad ospitare l’ordine certosino, fino al 1972. La Certosa, si divide tra ambienti destinati ai Padri, dediti alla preghiera, ed ambienti destinati alle attività produttive gestite dai conversi. I Padri dividevano il loro tempo tra la solitudine, nella cella e nel chiostro, e la vita comunitaria, svolta nella chiesa, il capitolo e il refettorio.
Attualmente la Certosa, deve il suo aspetto a successive fasi di ampliamento e di accrescimento, avvenute sopratutto nel XVII secolo. Recentemente la Certosa è stata data in consegna alla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Pisa, ed è visitabile quasi interamente. Negli ambienti, che un tempo erano destinati ad ospitare le attività produttive e artigianali (quali granai, cantine, botteghe dei fabbri, dei falegnami, ecc.), attualmente ha sede il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università degli Studi di Pisa.
Anche se la fondazione della Certosa di Pisa risale al 1366, le eleganti forme che oggi ammiriamo sono dovute prevalentemente a successive fasi di ampliamento e ristrutturazioni avvenute soprattutto a partire dal terzo decennio del Seicento. Impreziosita da sontuosi apparati decorativi realizzati tra XVII e XVIII secolo da valenti artisti, la Certosa pisana divenne meta privilegiata della corte granducale. All’interno del percorso museale, che si snoda lungo i suggestivi ambienti della Certosa, si trovano anche elementi di indubbio interesse scientifico, come l’antica spezieria e l’ingegnoso apparato idraulico.
La farmacia, fondata nel 1643 sul lato destro della Certosa, fu spostata, nel 1703, nell’edificio di ingresso del monastero per consentire l’accesso alla popolazione del territorio circostante. Nel 1795 fu rinnovata con arredi lignei, realizzati dal pisano Pasquale Matteucci, e con una decorazione del soffitto che presenta ornati e figure allegoriche, come l’Allegoria della Medicina dipinta da Niccolò Matraini. Dal 1799 al 1875 fu gestita dalla famiglia Viola e nel 1906 cessò l’attività. L’arredo originale è stato restaurato nel 1931, come è indicato in un angolo degli scaffali in legno di olivo disposti alle pareti della sala vendita. Per le eleganti decorazioni, esso costituisce un unicum di grande pregio. Della fine del secolo XIX sono gli ornati e le iscrizioni della sala d’aspetto attraverso la quale si accede alla sala vendita e al laboratorio. La Spezieria presenta una collezione di vasi per conservare medicinali, distillati e sciroppi prodotti dai monaci.
Di pari importanza, per l’economia della Certosa, dovette essere l’apparato idraulico, ancora parzialmente funzionante. Esso, infatti, attraverso un complesso sistema di canalizzazione, convogliava le acque, destinate ad usi diversi (approvvigionamento di acqua potabile, irrigazione, itticoltura), in sei vasche e due fonti, mentre un breve tratto di acquedotto alimentava la forza motrice di un mulino. Per ovviare a periodi di magra, infine, due cisterne raccoglievano acqua piovana.
Il Museo è raggiungibile in autobus con le linee CPT n. 120 e 160 per Calci, Castelmaggiore, Tre Colli e Montemagno. La stazione degli autobus è raggiungibile da quella ferroviaria a piedi con un breve tragitto.
In auto: Da Pisa, Strada Provinciale Calcesana fino al paese di Calci e quindi in direzione Certosa Monumentale di Calci.
Autostrada A 11 / A 12: uscita Migliarino (Pisa Nord), si percorre la Strada Provinciale del Lungomonte Pisano, passando i paesi di Pontasserchio e S. Giuliano, seguendo le indicazioni per Calci. Superstrada Firenze-Pisa-Livorno: uscita consigliata Navacchio, proseguendo poi per Calci.