Palio di Siena

Scopri la storia, le tradizioni e la rivalità delle 17 contrade nella famosa corsa del 2 luglio e 16 agosto in Piazza del Campo, il Palio di Siena.
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Ogni anno, nel cuore dell’estate, Siena si trasforma in un teatro a cielo aperto dove si rinnova una delle tradizioni più antiche e sentite d’Italia: il Palio. Due date segnano il calendario senese con particolare intensità – il 2 luglio e il 16 agosto – quando Piazza del Campo diventa l’arena di una competizione che trascende il semplice aspetto sportivo per diventare manifestazione identitaria, religiosa e sociale.

Il Palio di Siena è una competizione fra le diciassette Contrade di Siena nella forma di una giostra equestre di origine medievale. Non si tratta di una rievocazione storica organizzata per i turisti, ma di una tradizione vivente che affonda le sue radici nel tessuto sociale della città e che continua a pulsare nel cuore di ogni senese.

Le origini del Palio risalgono ai tempi medievali, con la prima corsa ufficiale che si svolse nel 1633, anche se fin dal 1200 si ha testimonianza di una corsa di cavalli a Siena, e documenti anteriori al XII secolo ricordano di un “Palio di San Bonifazio”. Questa continuità temporale rende il Palio una delle manifestazioni più autentiche del panorama culturale italiano.

La “carriera”, come viene tradizionalmente chiamata la corsa, coinvolge dieci delle diciassette Contrade cittadine in una sfida che si rinnova da secoli, mantenendo inalterato il suo fascino e la sua capacità di coinvolgere l’intera comunità senese in un’esperienza di appartenenza collettiva unica al mondo.

Le origini storiche: dal medioevo ai giorni nostri

Il documento più antico che testimonia questo “primo” Palio risale al 1239 e tratta di giustizia paliesca. In epoca medievale, quando Siena era una potente Repubblica che rivaleggiava con Firenze per il controllo della Toscana, il Palio si svolgeva in una forma completamente diversa da quella attuale.

A Siena la corsa di cavalli in onore della Vergine Assunta – venerata come regina della città – era la “festa nazionale” della Repubblica. Il Palio era infatti il momento culminante delle celebrazioni dell’Assunta e si teneva il 15 agosto al termine della cerimonia dell’offerta dei ceri alla Madonna.

Il cosiddetto “Palio alla lunga” si svolgeva su un tracciato lineare che partiva da fuori le mura cittadine e terminava davanti al Duomo. Il documento più antico che testimonia il Palio alla lunga in Siena risale al 1239: Ristoro di Bruno di Cigurda ricevette una multa perché aveva rifiutato il maiale, che da regolamento spettava all’ultimo arrivato in segno di scherno.

L’evoluzione verso il palio “alla tonda”

All’inizio del Seicento la corsa viene trasferita in Piazza del Campo per motivi prima di tutto di sicurezza: il Palio “alla lunga”, infatti, era molto pericoloso perché i cavalli correvano a tutta velocità nelle strette vie cittadine. Questo cambiamento fu fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per la spettacolarità dell’evento.

Il 26 giugno 1605 le Contrade inscenarono per la prima volta una corsa in Piazza del Campo quando, per festeggiare l’elezione a papa di Paolo V – che apparteneva alla famiglia senese dei Borghesi – la Balia organizzò una bufalata, a cui parteciparono Bruco, Chiocciola, Lupa e Torre, e che fu vinta dal Bruco.

La transizione dalle bufalate alle corse con i cavalli rappresentò un momento cruciale nell’evoluzione del Palio. La data a cui oggi si fa risalire il primo Palio di Siena come lo conosciamo è il 2 luglio 1652, momento in cui la tradizione assunse le caratteristiche fondamentali che mantiene ancora oggi.

La formalizzazione della tradizione

Nel 1721 il collegio di Balìa emise un bando che costituisce il moderno regolamento del Palio. Questo documento rappresenta una pietra miliare nella codificazione della manifestazione, stabilendo regole che sono rimaste sostanzialmente invariate nei secoli.

Un altro momento determinante fu il bando sui nuovi confini delle Contrade promulgato nel 1729 da Beatrice Violante di Baviera, Governatrice di Siena, per porre fine alle continue controversie tra Contrade aventi per oggetto non solo i confini tra di esse ma anche il loro numero ed entità demografica.

Le 17 contrade: identità e appartenenza

L’organizzazione territoriale

Siena è divisa in tre Terzi: Città, Camollia e San Martino, all’interno dei quali si distribuiscono le diciassette Contrade. Le Contrade partecipanti al Palio sono in tutto 17: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone.

Ogni Contrada rappresenta molto più di una semplice suddivisione territoriale. Ognuna delle 17 contrade ha la propria chiesa, il proprio centro sociale e il proprio museo, oltre allo stendardo con animale araldico, dal quale quasi tutte prendono il nome.

L’appartenenza alla contrada

Alla Contrada si appartiene tradizionalmente in diverse maniere. La più antica è lo ius soli, ossia la nascita entro i confini della Contrada. Si appartiene anche per ius sanguinis, per discendenza diretta da membri di una Contrada.

Il legame con la propria Contrada si manifesta fin dai primi momenti di vita: dopo il battesimo in chiesa, ai bambini se ne impartisce un secondo, nella fontana della relativa contrada. Questo “battesimo contradaiolo” rappresenta l’ingresso ufficiale nella famiglia allargata della Contrada.

La contrada riveste un ruolo fondamentale nella vita di un individuo: i bambini imparano a far volteggiare le bandiere e a suonare i tamburi per il Palio e per le sagre contradaiole, mentre gli adulti si attivano nei loro centri sociali e partecipano a matrimoni e funerali.

Rivalità e alleanze

Il sistema delle relazioni tra Contrade è complesso e affascinante. Da secoli le Contrade intrattengono tra loro rapporti di amicizia, che comportano scambi di visite e speciali onoranze, l’esposizione delle bandiere amiche nelle solennità, reciproci aiuti in particolari circostanze.

Sono sette i rapporti di rivalità vigenti fra le Contrade di Siena, relazioni che hanno radici profonde nella storia e che si manifestano con particolare intensità durante il Palio. Per le contrade con un’avversaria diviene una priorità (a fianco della vittoria del Palio) che quest’ultima non vinca.

Tra le rivalità più celebri spicca quella tra Oca e Torre, considerata una delle più antiche e sentite, insieme a quelle tra Aquila e Pantera, Civetta e Leocorno, Istrice e Lupa, Nicchio e Valdimontone, Onda e Torre (unilaterale), e Tartuca e Chiocciola.

Il palio oggi: tradizione e modernità

La “carriera”, come viene tradizionalmente chiamata la corsa, si svolge normalmente due volte l’anno: il 2 luglio si corre il Palio in onore della Madonna di Provenzano (festa della Visitazione nel calendario antico) e il 16 agosto quello in onore della Madonna Assunta.

Il Palio di Provenzano del 2 luglio è dedicato alla Madonna di Provenzano, immagine miracolosa venerata nella chiesa di Santa Maria in Provenzano. Il Palio dell’Assunta del 16 agosto celebra invece l’Assunzione della Vergine Maria, patrona della città.

Le regole della competizione

Il palio vede la partecipazione di dieci contrade che si sfidano in una corsa su tre giri della piazza. Siena è divisa in 17 contrade, ma non tutte gareggiano contemporaneamente. La selezione avviene tramite una rotazione basata su un criterio temporale: le sette contrade che non hanno corso l’anno prima accedono di diritto alla nuova edizione, mentre le rimanenti vengono sorteggiate per completare la lista di dieci.

I fantini sono convocati dalle Contrade sulla base della lealtà, del prezzo e delle gratifiche. L’art. 59 del Regolamento stabilisce che il fantino abbia compiuto la maggiore età, non debba avere in corso “punizioni di esclusione e neppure avere pendenti ricorsi presso organismi esterni al Comune”.

Il programma delle celebrazioni

I giorni del Palio seguono un programma rigoroso che si ripete da secoli. Tradizionalmente, il 26 giugno si tiene la cerimonia di presentazione del Drappellone, il trofeo che sarà consegnato alla Contrada vincitrice (chiamato dai senesi ‘cencio’).

Il 29 giugno si svolge la Tratta, momento cruciale in cui i cavalli vengono assegnati alle Contrade attraverso sorteggio. Durante questa fase, i cavalli vengono presentati, provati e assegnati alle Contrade seguendo procedure codificate che garantiscono equità e trasparenza.

Il 2 luglio, giorno del Palio, si apre con la Messa del Fantino alle prime ore del mattino, seguita dall’uscita dei cavalli dal Cortile del Podestà. Nel pomeriggio, il suggestivo Corteo Storico attraversa la piazza con oltre 600 figuranti in costume, prima dell’uscita finale dei cavalli per la carriera.

Sicurezza e tutela degli animali

Il Palio moderno ha introdotto importanti misure per garantire maggiore sicurezza e trasparenza. Tra le innovazioni più significative figura l’obbligo di sottoporre ogni cavallo a controlli veterinari approfonditi, inclusi screening farmacologici che escludono automaticamente qualsiasi esemplare risulti “non negativo”.

Durante le prove regolamentate, i cavalli corrono senza fasce ma possono indossare paracolpi di protezione. È rigorosamente vietato l’uso del frustino, in conformità con il regolamento moderno che pone particolare attenzione al benessere degli animali.

Uno studio condotto dall’Università di Parma ha dimostrato che non esiste differenza in termini percentuali tra incidenti nelle corse regolari e nelle corse storiche. L’analisi degli ultimi quarant’anni del Palio ha rivelato una significativa riduzione degli incidenti catastrofici: dal 2,20% del decennio 1970-79 allo 0,53% del decennio 2000-09.

Questi dati confermano come l’evoluzione delle regole e delle procedure abbia contribuito a rendere il Palio sempre più sicuro, dimostrando che tradizione e modernità possono coesistere nel rispetto del benessere animale.

Come partecipare al palio

Assistere al Palio in Piazza del Campo, con la sua originale forma a conchiglia, è gratuito. L’accesso alla piazza è libero, ma richiede alcune accortezze importanti.

Recatevi in piazza almeno tre ore prima della corsa e non portate nulla: sedie, passeggini e neppure bambini (l’ingresso è vietato ai minori di 12 anni). Non potrete uscire dalla piazza prima del termine della corsa.

Per chi preferisce una visuale privilegiata, è possibile prenotare un posto nei palchi o nei balconi che affacciano sulla piazza: si tratta di posti a pagamento, venduti da privati o tramite pacchetti turistici. Non esiste una biglietteria centralizzata e i prezzi variano molto: generalmente partono da 250 euro e possono superare i 500, a seconda della posizione e dei servizi inclusi.

Raggiungere Siena

Per chi viaggia in auto, Siena si raggiunge percorrendo l’Autostrada A1 fino al raccordo Firenze-Siena. Si esce in corrispondenza delle indicazioni per la città. Durante il Palio, molte strade del centro vengono chiuse o limitate al traffico. È consigliabile utilizzare i parcheggi convenzionati, procedendo poi a piedi nel centro della città.

Il significato profondo del palio

Il Palio di Siena rappresenta molto più di una semplice competizione sportiva. Il Palio non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: è la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti.

Questa manifestazione costituisce un patrimonio culturale immateriale di inestimabile valore, riconosciuto a livello internazionale come esempio unico di tradizione vivente. Il Palio dimostra come sia possibile mantenere vive le radici storiche di una comunità senza trasformarle in sterile folclore, ma facendole pulsare come elemento vitale dell’identità collettiva.

La passione contradaiola che si accende nei giorni del Palio rivela la capacità della tradizione di creare legami sociali profondi e duraturi, offrendo a ogni senese un senso di appartenenza che attraversa le generazioni e unisce passato, presente e futuro in un’esperienza condivisa di straordinaria intensità emotiva.

Il Palio continua a rinnovarsi anno dopo anno, sapendo conciliare il rispetto delle radici storiche con le necessarie evoluzioni contemporanee, garantendo che anche le future generazioni possano vivere l’emozione unica della carriera in Piazza del Campo.