Radda è il borgo delle vigne. Lo sguardo dal poggio sul quale nel medioevo, tra le acque dell’ Arbia e della Pesa , venne edificata Radda spazia su una trama fittissima di vigneti. Centro del borgo, dominato in alto da ciò che resta dell’originario castello, è piazza Ferrucci.
Il territorio comunale ha una superficie di 80,56 Kmq, con un’altitudine che varia da un minimo di 250-300 metri alla quota massima di 845 metri sul livello del mare del Monte Querciabella.
Il territorio è percorso da alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio che danno nome alle valli circostanti. Nascono qui il Pesa, dalle pendici del Pian d’Albola, e il Greve, che origina dal Monte Querciabella, entrambi affluenti dell’Arno. L’Arbia scorre invece solo ai margini del paese per gettarsi poco oltre nell’Ombrone. Il terreno è favorevole alla coltura della vite e dell’olivo. Il vino, soprattutto, è la fonte maggiore di reddito per la popolazione locale, da sempre legata a questa produzione, celebre in tutto il mondo. Recentemente ha avuto impulso anche la produzione artigianale, legata all’edilizia e alla lavorazione del legno.
Compresa totalmente nel Chianti classico senese, Radda in Chianti vanta origini etrusche: tracce di questo misterioso popolo sono state rinvenute nei centri abitati del suo territorio. Le prime notizie documentate risalgono all’800 a.C., ma il primo riferimento diretto al Castello di Radda si colloca intorno all’XI° secolo. Certamente il Castello di Radda, verso il 1220, come molti castelli del Chianti, passò ai conti Guidi.
Al centro di conflitti tra Siena e Firenze, Radda alla fine del 1200 era sotto la giurisdizione di Firenze, che le concesse il Podestà. Nel 1384 diventa capoluogo della Lega del Chianti, che comprendeva anche i territori di Castellina e Gaiole in Chianti. Le leghe erano giurisdizioni autonome, che raggruppavano il contado fiorentino, con funzioni amministrative, dotate di statuti propri e precise esigenze di difesa.
Con la nascita della classe mercantile, si diffonde nel Chianti la mezzadria, alla quale si associò il diffondersi degli insediamenti isolati, i “poderi”, che hanno caratterizzato il paesaggio chiantigiano fino ai nostri giorni.
Radda conserva parte della cerchia delle sue antiche mura e la struttura urbanistica medievale a pianta ellittica allungata. Al centro del borgo si trova il palazzo del Podestà, costruito nel ‘400, la cui facciata è ornata da stemmi, e la Chiesa di San Niccolò. Nei dintorni sono da segnalare il Convento francescano di S. Maria in Prato che ospita un museo d’arte religiosa di opere provenienti dalle chiese di Radda e Gaiole e il borgo di Volpaia, il cui castello medievale posto su confine tra Firenze e Siena doveva avere una notevole importanza difensiva, ove sorge un insolito edificio religioso, la chiesa di Sant’Eufrosino, detta la “Commenda”, dedicata al vescovo di origine orientale che la tradizione volle evangelizzatore del Chianti.
Dei castelli del territorio raddese soltanto Volpaia ebbe un certo sviluppo, con un ampio giro di mura con torri e un cassero ancora in gran parte conservato, mentre altri castelli sono giunti a noi molto frammentati, come Albola e Monterinaldi, oppure trasformati in ville, come Castelvecchi, o in case coloniche, come Castiglione, il Trebbio e Paternò.
Altre dimore rurali conservano le strutture a torre delle “case da signore” medievali: è il caso di Borraccoli, Camporempoli, Casa Vecchia, Montevertine, il Palazzo Pornano, le Ripe e il Fornale. Selvole, invece, sembra aver avuto sempre i caratteri del villaggio rurale non fortificato. Fra gli edifici signorili è infine da ricordare la stupenda casa padronale “Le Marangole”, sita poco lontano dal nucleo del paese.
Le testimonianze dell’antica organizzazione religiosa del territorio raddese sono interessanti e significative, a partire dalla pieve di Santa Maria Novella che, per quanto molto rimaneggiata nel secolo scorso, mantiene l’impianto originale, come testimoniano i ricchi capitelli romanici.
Apprezzabili anche i resti romanici che ancora oggi alcune chiese custodiscono, come quella del borgo di Albola, Bugialla, Livernano, Montemaione e della stessa Radda, ma sono soprattutto le “canoniche” di San Fedele a Paterno e di Santa Maria in Colle (la Badiola), quest’ultima oggi ad una sola navata ma con archeggiature del primitivo impianto basilicale.
Resti della abbazia camaldolese di Montemuro, la «Badiaccia», rimangono incorporati in edifici dell’attuale villaggio. Mentre sempre da un nucleo romanico si è sviluppato nei secoli successivi il bellissimo convento di Santa Maria in Prato dove, all’interno, ancora oggi, possiamo ammirare la famosa “Madonna con Bambino” di Neri di Bicci (1474).
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